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Scopri cosa puoi fare a Cetona
Cetona è posta nell’estrema propaggine meridionale della provincia di Siena, e quindi negli ultimi palmi di territorio che separano la Toscana dall’Umbria e dal Lazio, che sono davvero ad un passo. Ma senza risentire minimamente degli influssi culturali di queste due regioni, la sua fisionomia urbanistica è quella di un piccolo borgo toscano con i lineamenti disegnati nella pietra e nel cotto. Un aspetto che risalta ancora di più stagliandosi contro il verde dei boschi del Monte Cetona, che fa da quinta al paese. Per l’ambiente ancora intatto il Touring Club Italia ha concesso a Cetona di potersi fregiare della “Bandiera Arancione” e l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha giustamente inserito Cetona nel novero dei “Borghi più belli d’Italia“. E bello è l’intero territorio con un corollario di altri borghi-gioiello come Pienza, Montepulciano, Sarteano, Chiusi. A una manciata di chilometri dall’uscita Chiusi-Chianciano dell’A1, Cetona è anche vicinissima alla stazione ferroviaria posta sulla direttrice Firenze-Roma, città, quest’ultime, che distano circa un’ora e mezza d macchina. E a un’ora di percorrenza ci sono Siena, Perugia, Arezzo, Assisi, Orvieto per cui Cetona si pone come base ideale per conoscere un territorio che ha davvero tanto da offrire.
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Chiesa di S. Michele Arcangelo
La chiesa risale al 1155, ma essendo stata ampliata ed arricchita con l’aggiunta della nuova sagrestia nel 1614, si presenta oggi con forme che ricordano il barocco; la facciata è rimasta incompiuta.
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Convento di S. Francesco e Romitorio di Santa Maria in Belvedere
Allontanandoci dall’abitato e dirigendoci verso la strada che costeggia la montagna, troviamo il convento di San Francesco, risalente al 1212, immerso in una suggestiva cornice naturale. Da non perdere anche il Romitorio di Santa Maria in Belverde e l’annessa chiesa su
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Chiesa della Collegiata
Sorta tra il XII e XIII secolo, questa chiesa deve il suo fascino particolare alla compresenza di più stili architettonici. In origine ebbe una sola navata, ma fu poi ampliata nel secolo XVI. Sul lato destro si possono vedere tre
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Piazze
La frazione, da sempre legata alle vicende del borgo di Camporsevoli, dovrebbe il suo nome alle "piazze" in cui i carbonari cuocevano il carbone. Il piccolo centro vanta una chiesa risalente al secolo XVI intitolata a San Lazzaro, oggi sede