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La geologia del Monte Cetona

La Montagna di Cetona si trova a sud della provincia di Siena ai confini con Umbria e Lazio. Con i suoi 1.148 m s.l.m. separa il bacino Siena – Radicofani da quello della Val di Chiana. È il più estremo affioramento dei terreni mesozoici dell’Appennino settentrionale che appartengono alla Serie toscana. Sul suo fianco orientale (zona Camporsevoli, Podere Cancelli…) la serie stratigrafica toscana affiora in sequenza rovesciata: i terreni più recenti si trovano sotto quelli più antichi. Il Monte Cetona è il fianco rovesciato di una piega coricata, il cui fianco dritto è stato asportato dall’erosione. Costituito in prevalenza da rocce calcaree, è circondato da depositi pliocenici sabbiosi e conglomerati d’origine marina.

La sua storia inizia 225 milioni di anni fa, nell’Era Mesozoica, quando inizia la deposizione del calcare cavernoso di colore grigio scuro. L’ambiente è costiero, lagunare con acque basse e forte evaporazione (clima caldo umido).

A 215 milioni di anni fa risale la deposizione di un calcare ricco di Avicula Contorta, piccolo mollusco bivalve, presente nel mare poco profondo e poco mosso.

A partire da 210 milioni di anni fa si sviluppano piattaforme simili alle attuali formazioni coralline delle Bahamas con deposizione di calcare massiccio.

Successivamente in un mare più profondo e aperto si deposita il calcare selcifero, caratterizzato da selce grigia ricca di ammoniti (molluschi con conchiglia a spirale, interessanti come fossili guida) e le marne a Posydomia Alpina.

Intorno a 160 milioni di anni fa il mare raggiunge la massima profondità di oltre 3.000 m. Qui si conservano solo i gusci silicei dei Radiolari che danno origine ai diaspri rossi o verdi.

A 145 milioni di anni fa risale la formazione della maiolica, costituita da calcare biancastro con selce chiara seguita dagli scisti policromi (argille stratificate verdastre e rosso-vinate).

A partire da 30 milioni di anni fa il grande accumulo di materiale derivato dall’erosione dei graniti delle Alpi, che si stanno sollevando, provoca nel mare un brusco cambiamento di sedimentazione che porta alla formazione del macigno, un’arenaria grossolana di colore marrone ocra.

Il sollevamento dell’Appennino, risalente a 10 milioni di anni fa, provoca movimenti tettonici che interrompono la sedimentazione.

Nel Pliocene, 3 milioni di anni fa, il Monte Cetona era una delle isole dell’arcipelago toscano. La zona costiera poco profonda, per il grande accumulo di sedimenti di terra, si trasforma in tanti laghi salmastri. Lo testimoniano le argille di Belverde ricche di molluschi d’acqua dolce e salmastra.

Nel Quaternario, 2 milioni di anni fa, le acqua che circondano il Monte Cetona si ritirano gradualmente. I sedimenti continentali si accumulano su quelli marini. Nello stesso periodo in cui a valle si forma una grande palude, sul fianco orientale si originano estese placche di travertino, una roccia biancastra stratificata e porosa. La sua formazione è dovuta alla precipitazione di carbonato di calcio in acque che ne sono ricche, in presenza di sorgenti termali calde, di cascate o stillicidi. L’analisi delle impronte rimaste nel travertino ha evidenziato la presenza di leccio, alloro e bosso che evidenziano un clima più caldo e umido di quello attuale.